Oggi vi porto ad Arezzo…direte ma non ci s’era già stati? si e anche se sono un pò scordarello me lo ricordo bene, perchè Arezzo mi piace tanto e perchè il video superò le 100.000 visualizzazioni con 1.700 condivisioni e sono ingrassato 5 kg
dalla soddisfazione… poi non riuscii a raccontare tutto anzi… tante chicche mi sono rimaste fuori e non vedevo l’ora di raccontarvele!!! Tranquilli la storia non ve la racconto daccapo… risata.
Sapete che ad Arezzo sono nati i padri della lingua italiana e la poesia? no non ho ancora bevuto…ascoltate cosa ho scoperto!
Nel 1235 nacque ad Arezzo il religioso Guittone d’Arezzo che è probabilmente il poeta duecentesco toscano più influente, un punto di riferimento per molti altri poeti come il giovane Dante Alighieri. Il suo Canzoniere in volgare, composto da 50 canzoni e 251 sonetti, è considerato una pietra miliare del volgare e nella nascita della lingua italiana moderna.
Poi nel 1304 nasce, sempre qui ad Arezzo, il sommo Francesco Petrarca, considerato un pre-umanista e uno dei più brillanti rimatori dell’universo poetico italiano. Ritenuto dai critici il fondatore della lirica moderna, fu grande innovatore della poesia trecentesca e uno dei padri della poesia italiana in generale. La sua casa natale – in via dell’Orto 28, poco distante da un famoso pozzo citato da Boccaccio nel Decamerone – è sede dell’Accademia Petrarca. Petrarca è considerato uno dei padri della lingua italiana, nonostante componesse quasi esclusivamente in latino. Se Dante segna la fine della letteratura medievale e Boccaccio è già un esponente del pensiero rinascimentale, Petrarca è colui che meglio di tutti rappresenta il ponte tra il mondo che stava finendo e quello che stava nascendo.
Che il mecenatismo è nato ad Arezzo sapete anche questa?
Qui nel 68 a.C., in età Augustea, nacque anche Gaio Clinio Mecenate, protettore e benefattore di svariati artisti come Orazio e Virgilio. Mecenate, consigliere dell’imperatore, svolse una sorta di ruolo da ministro alla cultura e dal suo nome oggi deriva l’omonima parola.
Sempre ad Arezzo è nato anche uno dei primi critici d’arte della storia!
Arezzo è la terra natale del grande Giorgio Vasari, pittore manierista michelangiolesco nonché architetto, ma soprattutto storico dell’arte e critico (fra i primi della storia!). Vasari fu autore del best seller del cinquecento: “Vite de’ più eccellenti architetti, pittori, et scultori italiani, da Cimabue insino a’ tempi nostri”, pubblicato nel 1550.
Anche la notazione musicale su tetragramma non l’attuale pentagramma è stata inventata qui!
Nel 992 nasce Guido d’Arezzo, monaco benedettino e maestro di canto della cattedrale aretina. Considerato, pensate, niente di meno che, l’inventore della notazione musicale moderna! Guido rese più fruibile l’antica notazione per venire incontro ai giovani allievi, con un nuovo e semplificato metodo: il Tetragramma, padre dell’attuale pentagramma!
Poi ho scoperto che ad Arezzo c’è un raro esempio di orologio astronomico del 500 ancora in funzione e l’unico in Italia per dimensioni e meccanismi.
Arezzo, tra i suoi tanti tesori, custodisce un raro esempio europeo di orologio astronomico del Cinquecento ancora in funzione, l’unico in Italia con queste dimensioni e questo tipo di meccanismo. Si tratta dell’orologio astronomico che venne aggiunto al già bel palazzo della Fraternita dei Laici, edificio simbolo di Piazza Grande. Con tutta probabilità si tratta dell’ultimo al mondo ancora a carica manuale. Venne costruito nel 1552 dal mastro orologiaio Felice di Salvatore da Fossato e fu realizzato sulla base dei disegni dedicati alla meccanica da orologeria che Laonardo da Vinci aveva lasciato nei suoi preziosi Codici. Leggenda narra che il suo creatore fosse stato accecato o addirittura assassinato dai committenti ad opera compiuta, affinché non potesse riprodurla altrove. Altri affermano invece che a lavoro finito, Felice fosse tornato nella sua Fossato di Vico: in perfetta salute e con un bel gruzzolo.
In Piazza Grande non si può non fermarsi a gustare l’ottima cucina aretina al Ristorante Logge Vasari: locale nato da un’antica dogana del sale e situato all’interno del Palazzo Monumentale, che guarda caso fu progettato proprio da lui, da Giorgio Vasari. Qui troverete ad accogliervi con professionalità i titolari Andrea e Michela Fazzuoli, mentre in cucina lo chef Lorenzo Pisini vi preparerà i piatti della tradizione ben rivisitati. Vi consiglio di gustare anche la pasta fresca della signora Gina Mugnai.
Un’ultima chicca si trova a pochi km da Arezzo…
Tutti conoscono La Gioconda, ma non tutti conoscono il Ponte a Buriano, possente struttura a sette archi costruita nel 1277 e che spezza l’Arno nel punto in cui «torce il muso» ad Arezzo. Sembra che il ponte sia quello ritratto da Leonardo come sfondo per la famosa Monna Lisa, dipinta fra il 1503 e il 1506. Di questo periodo sono anche altre sue opere, come “La Vergine delle Rocce” e “Sant’Anna”, in cui si ritrovano tracce di questo stesso paesaggio a lui caro. Non a caso tra il 1502 e il 1503 Leonardo si trovava da queste parti per realizzare la Cartografia a volo d’uccello e gli Studi sulla bonifica della Val di Chiana.
Ecco ora si capisce meglio l’affermazione di Carducci che diceva “Basterebbe Arezzo alla Gloria d’Italia”. Per ora mi fermo qui ma ad Arezzo tornerò prestissimo perchè ho tante altre storie che vi voglio raccontare e poi ci sono tanti localini dove si mangia bene quindi è una bella scusa per tornarci prestissimo!!!