Dopo Volterra e Firenze ci spostiamo a Prato, uno dei più importanti distretti industriali del settore tessile in italia e nel mondo.
Prato vanta una tradizione millenaria nella lavorazione della lana… Una tradizione che – unita ad un grande spirito imprenditoriale e ad un’innata attitudine al cambiamento – ha prodotto negli anni diverse eccellenze e vari personaggi illustri.
Uno dei personaggi più conosciuti qui è Stefano Biondetti, un vero e proprio testimone della storia, della leggenda automobilistica italiana.
Nipote del mitico pilota automobilistico Clemente Biondetti, Stefano ha realizzato un museo dove custodisce gelosamente la memorie delle epiche gesta del nonno.
Tanto che l’anno successivo diventò pilota Ufficiale Jaguar.
La Jaguar per riconoscenza delle tante auto fatte vendere da Clemente gli lasciò alcuni pezzi fra cui un motore che lui, per ripicca con il Drake, montò su una Ferrari.
Questa è rimasta l’unica Ferrari al mondo con un motore non Ferrari e omologata come Ferrari Jaguar Biondetti.
Nonostante i dissapori fra il Drake e Clemente, fra l’altro coetanei, Enzo Ferrari lo considerava l’Asso più umile al mondo e il pilota stradista più veloce.
Duecento corse e nove Mille Miglia, di cui detiene il record assoluto di quattro vittorie: due con l’Alfa Romeo e due con la Ferrari.
138 volte classificato, oltre trent’anni di attività corsaiola, il grande pilota Biondetti muore in una fredda mattina di febbraio del 1955.
A proposito di Mille Miglia, giovedì prossimo prenderà il via da Brescia la trentottesima edizione della rievocazione storica della corsa disputata dal 1927 al 1957…
E … sapete una curiosità? Il numero sulle vetture da gara – ai tempi che furono – altro non era che l’orario di partenza della vettura stessa.
Biondetti nella vittoriosa edizione del ’49 – ad esempio – portava il numero 624 sulla sua Ferrari perché prendeva il via alle ore 06 e 24 minuti!
Pochi metri separano il Museo Biondetti da Luca Mannori, riconosciuto come il miglior cioccolatiere al Mondo nel 1997, e che ancor oggi non ha smesso di ricevere riconoscimenti e premi internazionali.
Luca riesce ad infondere la stessa passione che ha per la musica anche nelle sue creazioni dolciarie, dove il sapore diventa musica pura per le papille gustative. Cioccolatini, pasticcini e torte vi fanno davvero dimenticare i dispiaceri della vita!
Un pezzo di storia della città, ma anche dell’Italia intera, è poi il Biscottificio Antonio Mattei, detto “Mattonella”. Dal 1858 sforna i celebri Cantuccini che già a fine ‘800 ricevevano premi internazionali a Londra e Parigi. Nel 1908 il biscottificio fu rilevato da Ernesto Pandolfini, ex garzone di bottega, ed oggi i nipoti portano avanti la tradizione. I prodotti sono sempre gli stessi dell’epoca: i biscotti duri alle mandorle – chiamati cantuccini – nell’iconico sacchetto blu, i brutti ma buoni, la torta mantovana…
Prato è un città unica nel panorama toscano: un territorio dove la storia e l’anima del suo popolo affondano le radici nelle avventure imprenditoriali e nelle imprese dei suoi cittadini… Chapeau!